fredag 20. januar 2012

Secondo giorno. Il freddo

Era freddo quel giorno. Quasi dieci gradi sotto zero.

Il ghiaccio si posava a strati, costruendo ghirigori dal basso in su, ed io avevo addosso una sciarpa rossa e morbida. Quando accesi le luci del negozio sentii uno scricchiolìo e mi guardai intorno. Era la piccola talpa.

"Ciao" esclamai tra la meraviglia e il dubbio. Erano passati diversi giorni, forse settimane dalla sua prima apparizione.

"Ciao" rispose senza guardarmi. "Oggi fa freddo. Ti piace il freddo?"
"Bhe," risposi dopo averci pensato "sinceramente sì. È come se mi facesse risvegliare."

"Risvegliare da cosa? Stavi dormendo?"
"Dormendo...no, non dormendo. Ma con la pioggia, ed il vento tiepido del sud non mi sembra nemmeno inverno. Ci si intorpidisce col buio, e si finisce per dare importanza a cose secondarie. Si perdono di vista le priorità."

"Ah. Un po' sono d'accordo con te. Al buio si deve far attenzione a chi si segue. Si deve far attenzione a cosa si mangia, a dove si scava. Potresti scavare nella direzione sbagliata, e ritrovarti davanti un muro. Non bisogna mai perdere l'orientamento."

Per un attimo pensai a questa cosa dello scavare e di trovarsi davanti un muro. Tornare indietro? Provare a graffiare la parete senza riuscirci? Non so cosa avrei fatto davanti ad un muro. Magari la cosa più intelligente da fare era semplicemente giragli intorno, ma in quel momento vedevo soltanto il bianco della parete, e mi sembrava di sfiorare con i polpastreli la superficie fredda e ruvida dell'intonaco. Fuori era ancora freddo.

"Per fortuna però oggi è proprio freddo. Quando il vento è così glaciale che ti taglia la pelle, allora d'un tratto ti ritrovi a dover trovare le forze per sopravvivere. E allora vai avanti, e passi sopra a tutto."

"Io sono piccola, però." sussurrò la piccola talpa. "Io non lo so se ce la faccio, a passare sopra a tutto."

Era vero. Era proprio piccola. Avrei voluto dirle che le avrei dato una mano a superare l'inverno. Che la avrei riscaldata. Nutrita. Avrei voluto prenderla in mano e coccolarla un po'. Ma era come se non riuscissi a muovermi, se non riuscissi a prendere l'iniziativa.

"Dai. Adesso devo proprio aprire il negozio." dissi infine. "Come ti ho detto l'altra volta puoi stare qui a riscaldarti, fino a quando l'inverno non scomparirà dietro ai fiori della primavera. Vedi che le giornate già diventano lunghe? Manca poco ormai." Era strano, non riuscire a trovare le parole per dialogare con una piccola talpa.

Pensai di prenderle una ciambella. Quando mi voltai lei era sparita da qualche parte. Ma adesso sapevo che sarebbe tornata. Bastava solo non aspettare.

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