mandag 6. februar 2012

Terzo giorno. L'assenza.

Le sere erano ancora lunghe, e le giornate brevi.

Alle volte, all'improvviso, mi prendeva la paura. La piccola talpa non si faceva vedere da settimane, ma le ciambelle che le lasciavo sullo scaffale sparivano ogni volta. Doveva essere da qualche parte.





A volte le giornate erano piene di sole. Altre volte nevicava in silenzio. I clienti uscivano col sole, ma se arrivava la tormenta potevano anche trascorrere delle ore, tra l'uno e l'altro. Per fortuna la vecchietta che abitava dall'altra parte della strada aveva sempre bisogno di qualcosa. Almeno una faccia conosciuta con cui scambiare un paio di parole. Mi raccontava del marito, che non si riusciva più a muovere da casa, mi spiegava che alle volte non aveva voglia di farsi le sigarette da sola, ed allora se ne comprava un pacchetto. Quelle light, ma senza il mentolo. Chissà perchè alcuni preferiscono le sigarette al mentolo. In fondo si fuma proprio per il sapore del tabacco, quell'aroma dolciastro, un misto tra atmosfere jazz di dopoguerra ed odore di bruciato. Si fuma anche per scaricare la tensione data dal bisogno di fumare, e poi si fuma perchè ci si sente più belli. Ma la vecchietta non voleva certo sentirsi più bella, in fondo fumava solo a casa sua, davanti al marito che non si alzava dal letto. Magari le piaceva il sapore. la piccola talpa mi avrebbe chiesto se avevo mai fumato, ed io avrei risposto che avevo portato delle sigarette alle labbra, ma solo per sentirmi più bella. In fondo, in tutta la mia vita ne avevo accese una decina, forse. E un paio di sigari. A capodanno. Mentre tutti se ne stanno a sparare fuochi d'artificio, o a guardare i fuochi d'artificio. Mentre tutti si abbracciano, e si sorridono, a me piace sparire. E allora prendo il mio whisky di capodanno ed il mio sigaro di capodanno, e sparisco.

Iniziai da piccola. riuscivo appena a camminare, e sparii con la bottiglia di spumante aperta in mano. Quando tutti avevano finito di festeggiare iniziarono a chiedersi dove fossi, e mi videro sul divano, io e la bottiglia di spumante mezza vuota.

A questo punto la piccola talpa mi avrebbe chiesto cosa sia a farmi venir voglia di sparire e farmi del male. Ed io non avrei trovato nulla di meglio da rispondere che: non lo so. Non lo so perchè mi piace farmi del male. Perchè a volte faccio del male agli altri. Perchè poi, quando sono gli altri a fare del male a me, non riesco a perdonarli. Mai.

Anche se chiedono scusa, anche se davvero si sentono in colpa.

Non è che mi sento forte per questo, piccola talpa. Lo so che sono sbagliata, ma come si fa a cambiare? Mica basta imporselo. e poi come imporsi di cambiare, se poi cambiando si finisce per fare del male anche a se stessi? Non è facile sta cosa, cara la mia piccola talpa. Beata te, che te ne stai da sola sotto terra, a volte vorrei anche io starmene da sola.

Mi accorgo che gli altri risucchiano le mie energie, ed a volte mi sento così vuota che ho paura di caderci dentro, a quel vuoto. In fondo la piccola talpa lo sa, e per questo mi lascia sola. Vuole che io ne risparmi un po', di quella energia, e la dedichi a me stessa. Ho voglia di vacanza. Di sparire da tutto e tutti per un po', di respirare il silenzio assoluto della mia anima. Ma non ho tempo, piccola mia talpa. Non ho tempo, devo correre, correre, correre, come inseguita da qualcosa che neanche vedo, che neanche io so cosa sia, e per questo ho paura, ed allora corro ancora di più.

Piccola talpa, ma mi senti? Senti i miei pensieri? Vorrei tu mi rispondessi.

...poi, come se la sua voce mi echeggiasse nella testa, mi accorgo che mi sta parlando. "Come stai?" mi chiede sottovoce. E poi inizia a ridere, parlandomi dei suoi scavi, dei muri che incontra e di come li aggira. Mi racconta di come mantiene l'orientamento, di come sopporta il buio, il freddo ed i lunghi silenzi. Di come riempie la sua solitudine.

Di quali ciambelle le piacciono. Strano sentire la sua voce nella mia testa, senza vederla, senza sapere dove sia, con chi sia, se stia mentendo o se davvero crede anche lei a quello che dice.

Oggi ho scritto di te, anche se non lo sai, piccola talpa. O forse sì che lo sai. Sono io a non sapere nulla di quello che accade, nè di quello di cui sto scrivendo...



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